Per prendersi cura della propria vista esistono diversi metodi, dai test meno invasivi, come per esempio il test di Schirmer, agli interventi più seri. Tuttavia, alla base di una visione sana è sempre la conoscenza dell'anatomia dell'occhio.
L'occhio umano, uno degli organi più importanti e vitali per la nostra sopravvivenza: ci dona la vista di ciò che ci sta intorno, permettendoci di prendere coscienza di pericoli e ostacoli; è inoltre parte integrante dei nostri sensi: ci dona emozioni, come la percezione di un bel tramonto o di un'opera d'arte, e ci permette di trasmetterle, per esempio tramite le lacrime e il pianto. Per l'uomo, si tratta dunque non solo di un organo importantissimo a livello fisiologico, ma anche di un potente strumento di comunicazione: come dice il detto, "gli occhi sono lo specchio dell'anima".
Con tutte queste funzionalità, l'apparato visivo ha davvero un ruolo centrale nelle nostre vite.
Approfondiremo la fisiologia e il funzionamento dell'occhio in un prossimo articolo, poiché l'argomento merita uno spazio a se stante; per il momento basti sapere che il bulbo oculare raccoglie la luce dall'ambiente circostante, la regola grazie al diaframma, la focalizza grazie a un sistema di lenti e così forma un'immagine sulla retina; quest'immagine viene tramutata in impulsi elettrici che vengono trasmessi dalla retina al cervello, il quale li elabora e decifra, regalandoci la percezione di ciò che abbiamo intorno. Questo processo, che a parole pare molto lungo e complesso, in realtà è velocissimo: lo state mettendo in pratica anche in questo momento, leggendo il nostro articolo.
Quindi la funzione principale dell'occhio è quella di ricavare informazioni sull'ambiente esterno attraverso un complesso sistema di lenti che elaborano la luce. Ogni essere umano ha due bulbi oculari posti in aperture simmetriche nel cranio, le cavità orbitarie o semplicemente orbite. Il bulbo ha forma sferica incompleta: infatti, per il 93% della sua superficie è composto dalla sclera, la cui sfera si interrompe sul lato frontale per dare spazio a una seconda parte di forma sferica ma con curvatura differente, la cornea.
La struttura superficiale dell'occhio può essere suddivisa in tre parti principali: lo strato esterno, quello intermedio e quello interno, chiamate anche tonache.
Come detto poco sopra, la superficie del bulbo oculare è composta per il 93% dalla sclera e per il 7% dalla cornea.
La sclera è una superficie resistente che protegge le parti intermedia e interna dell'occhio; si tratta della parte bianca e opaca del bulbo, interrotta da una sola piccola parte trasparente nel mezzo, la cornea.
La cornea, come abbiamo visto in precedenza su questo blog, è la lente più potente dell'intero sistema oculare ed è composta a sua volta da cinque strati diversi, dall'epitelio, vera e propria membrana protettiva, all'endotelio, lo strato più interno. La cornea non contiene vasi sanguigni, e proprio per questo viene nutrita dalla sclera, che invece ne è ricca.
La parte anteriore dell'occhio e la parte interna delle palpebre, inoltre, sono protetti da una membrana chiamata congiuntiva.
La tonaca media è lo strato intermedio del bulbo oculare, subito sotto la sclera, ed è anche conosciuta come uvea: si tratta di una membrana connettiva composta di collagene che sostiene e regala nutrimento agli strati adiacenti, soprattutto quelli della retina sottostante. L'uvea è composta dalla coroide, dal corpo ciliare e dall'iride.
La coroide è uno strato ad alta concentrazione di vasi sanguigni ed è scura, pigmentata, per evitare riflessi di luce interni all'occhio; questo livello è quello a contatto con la retina e dalla quale questa trae nutrimento ematico.
Il corpo ciliare è lo strato tra la coroide e l'iride ed è rivestito da uno strato di retina "cieca", perché non partecipa alla visione. È da qui che dipartono le fibre che si attaccano al cristallino, la lente dell'occhio posta dietro l'iride, e qui è prodotto l'umor acqueo.
L'iride è quella che tutti noi conosciamo perché dona ai nostri occhi il loro colore e il pattern: è la parte pigmentata a diretto contatto col cristallino e presenta un foro centrale, la pupilla, attraverso il quale i raggi luminosi penetrano l'occhio; la pupilla si allarga e restringe a seconda della quantità di luce alla quale siamo sottoposti. L'iride è la parte che rende ogni occhio diverso dall'altro e unico: la scansione dell'occhio, infatti, è una delle metodologie utilizzate per il riconoscimento.
Dietro l'iride, dunque, è il cristallino, una lente biconvessa la cui funzione è quella di mettere a fuoco le immagini sulla retina sottostante. Il cristallino è caratterizzato da un processo molto potente, che gli permette di modificarsi per migliorare la vista, chiamato accomodazione.
La parte più interna della superficie oculare è occupata dall'importantissima retina, una sottile pellicola trasparente composta da una decina di strati e che coincide con l'emergere del nervo ottico. La retina è quella parte del bulbo che raccoglie tutte le informazioni visive che il nervo ottico trasmetterà al cervello sotto forma di impulsi elettrici, e che quindi noi percepiamo come immagini, e contiene le due tipologie di cellule nervose preposte alla funzione visiva chiamate coni e bastoncelli.
I coni sono i fotoricettori che permettono la visione distinta dei colori, e contengono infatti tre tipi di pigmento; i bastoncelli, in numero nettamente superiore ai coni, sono le cellule nervose dalle quali dipende la visione in bianco e nero, e contengono un solo pigmento.
La restante parte del bulbo oculare è composta da due sostanze che riempiono tre camere poste all'interno del bulbo:
Le prime due sono riempite con umor acqueo, un liquido prodotto dal corpo ciliare, mentre la camera vitrea è riempita dall'umor vitreo, una sostanza gelatinosa della quale è composto per due terzi del volume l'occhio e che gli dona la consistenza e la forma.
La composizione appena vista permette all'uomo e agli animali più evoluti di utilizzare il dono della vista: senza questo complesso, seppur naturale, sistema di lenti, i nostri sensi non sarebbero completi. L'anatomia dell'occhio ci aiuta a comprendere quanto la natura sia grandiosa nei suoi funzionamenti.