Il diabete è fra le prime 3 cause di cecità, ma spesso non lo si tiene in considerazione. È naturale, infatti, associare a un difetto visivo sempre più evidente all’implacabile avanzare dell’età, ma spesso la problematica è più seria e merita di essere affrontata diversamente.
Si stima che in Italia siano più di 3 milioni i pazienti diabetici, e che di questi ben un terzo sviluppi, a un certo punto della propria malattia, una retinopatia diabetica, ovvero un danno accumulato nel lungo periodo a carico dei piccoli vasi sanguigni della retina.
Ma perché accade? Semplice: i vasi si sfiancano, la parte liquida del sangue trasuda e finisce nella retina, causando l’accumulo di sostanze tossiche. Da quel momento in poi la malattia progredisce lentamente, lasciando anche per anni una buona capacità visiva, fino al momento in cui iniziano a formarsi aree di retina sofferenti (ovvero ischemiche) a causa della chiusura dei vasi retinici compromessi. Dei veri e propri micro-infarti retinici, insomma, in grado di dare luogo alla retinopatia diabetica definita non proliferante.
Come reagisce il corpo? Producendo nell’area sostanze dette vaso rigeneratrici, con lo scopo di formare nuovi vasi. Con effetti devastanti, purtroppo, perché sulla retina i nuovi vasi che crescono dappertutto provocano la fuoriuscita di liquido che peggiora ulteriormente la situazione e, poichè particolarmente fragili, si rompono e sanguinano, formando poi cicatrici che aggravano ulteriormente la malattia. Prima dell’ultima fase, ovvero quella del distacco di retina trazionale diabetico.
Sono due degli altri possibili problemi che il diabete può causare agli occhi e che, nel corso del tempo, possono indebolire la capacità di vedere chiaramente in questa zona dell’occhio, causando la parziale perdita della vista e, in seguito, anche la cecità.
Le lesioni della retina si possono evitare, in primo luogo, controllando bene il livello di zuccheri nel sangue e il loro andamento, così come la pressione arteriosa, i livelli dei lipidi circolanti nel sangue, colesterolo e trigliceridi.
Una corretta alimentazione, insomma, non risulta importantissima solo per contrastare l’eccesso di peso, ma anche per evitare di incorrere in problematiche di questo tipo, e merita di essere personalizzata e definita con un dietologo.