Con enoftalmo si indica un anomalo infossamento del bulbo oculare nell'orbita: se normalmente la protrusione dell'occhio è infatti di 12-16 mm, con l'enoftalmo la sporgenza bulbare può scendere a 2-9 mm.
L'enoftalmo è più diffuso nei soggetti anziani, a causa della diminuzione del tessuto adiposo dell'orbita. L'enoftalmo, però, può avvenire anche in caso di traumi violenti (come nei casi di sfondamento del pavimento dell'orbita), in stati di grave disidratazione e sindromi cachettiche.
L'enoftalmo si associa, a volte, a dolori alle guance, diplopia e offuscamento della vista. Nell'anamnesi dei pazienti a volte esistono pregresse sinusiti.
L'infossamento del globo oculare può portare a diplopia, ipotropia (ovvero allo spostamento dell'occhio verso il basso) e ridotta motilità oculare.
L’enoftalmo può essere di due tipi:
La diagnosi si rivela piuttosto complessa in quanto non esistono criteri per definire la posizione dell’occhio in rapporto all’orbita. La condizione è infatti simile alla ptosi palpebrale, con la quale spesso viene confusa. In caso di enoftalmo monolaterale, la diagnosi si basa sull’asimmetria della posizione dei globi oculari. Cosa può mettere in evidenza questa anomalia? La TC.
Queste condizioni possono essere corrette chirurgicamente rispettivamente riparando la frattura e ripristinando il volume di grasso perduto con un innesto.
Le tecniche chirurgiche ricostruttive solitamente comprendono la ristrutturazione totale del complesso orbito-malare-zigomatico con restringimento dei diametri orbitari e contemporanea ricostruzione delle pareti mancanti. In alcuni casi potrebbe bastare ricostruire la/le pareti mancanti (più frequentemente parete mediale e pavimento) con innesti ossei o con impiego di biomateriali.