L'esoftalmo è una patologia dell'apparato visivo decisamente evidente, ma allo stesso tempo molto delicata. Come comportarsi, quindi, e come curarlo? Continua a leggere per saperne di più.
Con il termine esoftalmo si intende una protusione del bulbo oculare, che arriva a uscire dalle orbite arrivando oltre la rima palpebrale. In campo medico è conosciuto anche col termine di proptosi, ed è una problematica solitamente associata ad alterazioni endocrine.
Come avviene? In caso di esoftalmo si va incontro a un aumento del volume del contenuto orbitario, che arriva a spostare la posizione degli occhi.
Può essere di due tipi:
Nelle fasi iniziali questa problematica potrebbe non dare nessun sintomo, anche se la prolusione dell'occhio risulta comunque facilmente edentificabile. Quando questa si fa ancora più importante, però, la conseguenza è un disallineamento che dà origine a diplopia.
Quando l'occhio avanza poi così tanto da non riuscire a essere coperto totalmente dalla palpebra, il paziente può arrivare a presentare quella che viene denominata cheratite da esposizione. Una condizione molto seria, che può causare danni gravi alla cornea e alla congiuntiva, come ulcerazioni che compromettono la vista e provocano un forte dolore.
È buona cosa avere i sensi all'erta, e rivolgersi prontamente a un oculista, quando notiamo:
Alla base di questa problematica ci sono soprattutto:
Per capire in che modo trattare gli occhi sporgenti è fondamentale comprendere l’origine stessa della proptosi.
È necessario quindi individuare l’origine del problema perché, in alcuni casi come potrebbe essere quello di tumori o infezioni, è sufficiente risolvere la causa per vedere rientrare l’esoftalmo. Altre volte però, soprattutto se la proptosi è collegata a patologie ereditarie o del sistema endocrino, è difficile risolvere totalmente la problematica, e quello che si può fare è trattare.
In alcuni casi potrebbe essere necessario persino un intervento chirurgico, per rimediare almeno in parte all’esposizione della cornea, cercando di ovviare al problema ricoprendola.
Come si svolge l'operazione, in questo caso? In genere si procede per ottenere una decompressione orbitaria, aumentando il volume dell’orbita. Quest’ultima è poi particolarmente utile quando si è di fronte a patologia tiroidea, ma anche quando l’esoftalmo rischia di causare danni - anche gravi, come la perdita della vista - al nervo ottico.