Abbiamo parlato ampiamente in passato di problemi agli occhi, trattando i più comuni e i più complessi. Tra questi vi sono le miodesopsie, conosciute comunemente come “mosche volanti” o, in inglese, "floaters".
Come molti altri in campo medico, il termine “miodesopsia” proviene dal greco antico, ed è l’unione dei due termini myōdes=”simile a mosche” e òpsis=”visione”. Questo disturbo, piuttosto diffuso e conosciuto sin dall’antichità, è comunemente chiamato “mosche volanti” o muscae volitantes. L’etimologia viene dai sintomi che questo disturbo provoca nel paziente, il quale inizia a vedere ombre mobili sovrapposte alla normale visione - in genere consistenti in punti, filamenti, macchie - che sembrano galleggiare sulla superficie dell’occhio e sono più evidenti in caso di osservazione di superfici chiare, bianche o luminose.
Questo fenomeno è entoptico - cioè si forma all'interno del bulbo oculare stesso - ed è il risultato di una imperfetta trasparenza del corpo vitreo, sul quale si sono formati addensamenti che provocano il tipico effetto ombra sulla superficie dell’occhio.
I sintomi delle miodesopsie sono molto ben riconoscibili, e proprio per questo spesso provocano panico nei pazienti; nonostante questo disturbo non sia pericoloso (tuttavia è sempre bene effettuare un controllo per escludere ulteriori problemi alla vista), esso può risultare piuttosto fastidioso, soprattutto durante l'utilizzo di schermi luminosi: le ombre sulla retina non permettono infatti una visione limpida dei soggetti sui quali ci si concentra.
Nonostante quel che si possa pensare al loro apparire, le miodesopsie non sono dovute alla presenza di oggetti o materiale sulla superficie dell’occhio: l’effetto è legato invece ad addensamenti che si formano sulla superficie del corpo vitreo.
Come sa già chi ha letto il nostro articolo sull'anatomia dell'occhio umano, il bulbo è composto da vari strati con differenti funzioni,e tutti insieme creano l'incredibile meccanismo della vista. Tra questi strati, il più esteso è il corpo vitreo, composto di acqua e collagene e che riempie i 4/5 dell'intero occhio. È proprio sulla sua superficie che si formano le mosche volanti: il disturbo conosciuto come "floaters" in inglese è provocato da addensamenti in questa zona dell'occhio che proiettano ombre sulla retina, e che il nostro cervello percepisce come forme in movimento.
Gli addensamenti sono dovuti a loro volta a filamenti di collagene che si formano in modo naturale, spesso legati all'età del soggetto o a casi di forte miopia: il collagene che compone il corpo vitreo si fluidifica e frammenta, per poi riunirsi in filamenti, punti, intrecci, che inizieranno a muoversi sulla visuale.
Le miodesopsie possono essere connesse anche a stress, diete drastiche, pressione oculare troppo alta e qualsiasi motivazione che porti a una disidratazione del paziente: è spesso proprio in quest'ultima la causa principe del loro insorgere.
Abbiamo sottolineato come le miodesopsie non siano un problema grave o pericoloso, tuttavia impediscono la visione limpida dei soggetti e possono essere un fastidio se si passano molte ore davanti a schermi luminosi. Esiste dunque una cura per liberarsene e tornare a vedere come in passato?
Ad oggi non vi sono soluzioni specifiche per la correzione delle miodesopsie; tuttavia esistono tre metodi per migliorare la vita di chi ne è affetto: naturale, farmacologico e chirurgico.
Poiché sappiamo che il disturbo è legato alla mancanza di idratazione, in particolare quella dell'umor vitreo, un metodo per migliorare la vista e rallentare il processo è quello di mantenersi idratati bevendo molto. Questo permetterà di combattere la normale disidratazione che insorge con l'età, riportando l'occhio più vicino al suo stato naturale e impedendo la formazione di nuovi filamenti.
Non esistono farmaci specifici per le miodesopsie, ma quando esse sono dovute a degenerazione maculare senile possono essere trattate contestualmente assumendo i rimedi per tale patologia. Essi consistono in dosi specifiche di integratori di comprovata efficacia nel rallentamento della degenerazione maculare.
Esistono due interventi chirurgici che possono aiutare i pazienti a liberarsi dalle miodesopsie, entrambi con diverse controindicazioni. Il primo è la vitreolisi, operazione effettuata tramite laser yag ad alta potenza e risolta in day hospital; questo metodo non è consigliato tuttavia sotto i 40/50 anni, può portare dolore e deve essere ripetuto in più sedute. Il secondo, invece, è la vitrectomia: quest' operazione è altamente invasiva e sconsigliata se non indispensabile, e consiste nella rimozione del corpo vitreo e la sua sostituzione con soluzione salina.
Come abbiamo visto, le miodesopsie sono un disturbo spesso fisiologico, di per sé non pericoloso: consigliamo tuttavia di non sottovalutare i segnali che il corpo ci invia e di sottoporsi a un esame oculistico al loro insorgere per escludere patologie più gravi.