Una delle caratteristiche più potenti e importanti per la visione è di certo la capacità di distinguere i colori: grazie alle cosiddette cellule recettoriali, i coni e i bastoncelli, l'occhio umano può percepire profondità, immagini in differenti condizioni di luce e tinte. Ma cosa accade quando si verifica un malfunzionamento in queste cellule fondamentali? La percezione errata o assente del colore è chiamata daltonismo è può essere scoperta in prima istanza grazie ai famosi test Ishihara.
Quando parliamo di colore, tra le diverse cellule recettoriali localizzate all'interno della retina ci riferiamo di sicuro ai coni: essi sono infatti responsabili della percezione del colore, mentre i bastoncelli ci aiutano nella ricezione delle immagini in condizioni di luce non ottimali. Entrambe le tipologie di cellula contengono il fotopigmento composto da due sostanze, l'opsina e il retinale; tuttavia, i coni possono vantare tre diverse tipologie di opsina che combinate creano differenti lunghezze d'onda, e quindi colori. È dunque proprio qui che avviene una delle funzioni più potenti e miracolose dell'intero sistema visivo: la percezione del colore.
Nell'occhio normale e sano, l'occhio riesce a percepire tutte le varie tinte presenti in natura. Esistono tuttavia anomalie dei coni che impediscono la corretta visione o la percezione in toto di un determinato colore: questa patologia è chiamata daltonismo e ha in genere cause genetiche ed ereditarie, pur non mancando i casi in cui il paziente ne sia colpito in seguito a danneggiamento di retina, nervo ottico o altre aree del cervello.
Il daltonismo presenta diverse categorie in base ai colori colpiti dal disturbo:
Il daltonismo inoltre ha diversi gradi di gravità, dal livello lieve in cui la percezione del colore è appena distorta a quello grave in cui il colore non viene percepito affatto (acromatopsia).
Come comprendere se si è affetti da questa patologia dei coni? Per prima cosa sarà necessario volgersi indietro e studiare la storia di famiglia: il daltonismo nella stragrande maggioranza dei casi è un difetto ereditario. Esistono poi degli appositi test per daltonismo che in modo semplice e veloce potranno aiutarvi ad avere un quadro generale e a escludere o confermare il vostro sospetto: il più famoso è il test Ishihara, ideato e pubblicato nel 1917 dall'omonimo medico giapponese. Esso consiste in una serie di tavole composte da immagini con colori diversi; a seconda della tipologia di daltonismo o dell'assenza dello stesso, il paziente sarà in grado di vedere un'immagine diversa.
Le tavole si dividono in:
Il test deve essere effettuato con tavole stampate (la luminosità e il contrasto degli schermi elettronici potrebbe falsare la visione) e un'adeguata illuminazione; le tavole vanno lette a una distanza di circa 30 cm e osservate per pochi secondi. Il test può essere effettuato sia in versione monoculare che binoculare, ricordando che i difetti ereditari e congeniti riguardando sempre entrambi gli occhi.
Qui di seguito riportiamo alcune delle tavole Ishihara per eseguire con semplicità il test per il daltonismo:
Infine, ecco due tavole all'interno delle quale solo chi è affetto da daltonismo parziale potrà vedere il numero, mentre chi non è affetto da alcuna patologia e chi è affetto da daltonismo totale non vedrà nulla.
Nel caso seguente, invece, il numero visualizzato sarà diverso in caso il soggetto sia sano, affetto da deuteranomalia o affetto da protanomalia:
Queste sono solo alcune delle tavole con le quali effettuare il test per il daltonismo; potrete accedere al test per il daltonismo completo in pdf o formato cartaceo acquistando le versioni aggiornate del test. Tuttavia, siamo certo che già da un rapido sguardo alle immagini qui presenti potrà essere chiaro se si sia affetti dalla patologia; in questo caso, il nostro consiglio è ovviamente quello di approfondire la diagnosi grazie alla visita di un medico specialista.7
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