Il colore degli occhi, tra anatomia e genetica

Tante sono le credenze legate agli occhi: dall’affermazione che gli occhi chiari sono più sensibili alla luce per arrivare alle teorie di connessione tra colore degli occhi e personalità. Ma da dove proviene il colore degli occhi? Quali sono le regole della genetica che decidono per noi?

Da cosa dipende il colore degli occhi?

Secondo le stime, l’80% della popolazione mondiale ha occhi marroni scuro o neri; a seguire vi sono l’azzurro, il castano e infine il verde, che con il suo 2% è la tinta più rara. Ma da dove proviene il colore degli occhi?

Come ben ci insegna l’anatomia oculare, la zona colorata del bulbo si chiama iride. L’iride è un po’ come un’impronta digitale: ognuno la ha diversa, e anche se si semplifica affermando che gli occhi abbiano un colore, in realtà è spesso composta da sfumature diverse; alcune di queste sono impercettibili, altre molto visibili, come nel caso dell’eterocromia, ossia la presenza di zone di diverso colore all’interno della stessa iride.

E proprio la composizione dell’iride determina il colore finale del nostro occhio: di base infatti, per una questione di lunghezze d’onda dei raggi luminosi che la attraversano, ogni iride è azzurra e il suo colore vira su tutte le tinte del blu. Tuttavia, al suo interno è contenuta una sostanza, la melanina, che determina il colore dell’occhio. La melanina è infatti la stessa sostanza che decide del colore della nostra pelle in base al corredo genetico con il quale nasciamo, e nello stesso modo una bassa quantità di melanina comporta un colore più chiaro, mentre al contrario una grande concentrazione una tinta più scura. Tuttavia, se il colore della pelle alla nascita è vicino a quello che ci accompagnerà per tutta la vita, i neonati nascono tutti con gli occhi chiari e solo in seguito la melanina entrerà in gioco e quindi scopriremo la tinta effettiva della loro iride.

Colore degli occhi e corredo genetico

Parlando di melanina è venuta alla luce anche l’importanza del corredo genetico: così come nel caso del colore della pelle, il DNA ha molto a che fare anche con il colore dei nostri occhi.

Il colore degli occhi è infatti un tratto poligenetico che deve il suo risultato finale all’ereditarietà. I fenotipi generalmente riconosciuti sono tre, ossia marrone, verde e azzurro (rispettivamente EYCL1, EYCL2, e EYCL3), e vengono determinati da due geni maggiori e alcuni minori. Il passaggio da genitori a figli delle combinazioni di geni comporta diversi fenotipi e al loro interno diverse tonalità dell’iride.

Il colore degli occhi può cambiare?

Il cambiamento del colore degli occhi durante la vita di un essere umano non è una novità: come abbiamo visto, per esempio tutti i neonati nascono con gli occhi chiari e poi l’iride cambia tonalità con i mesi; il colore degli occhi definitivo in alcuni casi non sarà visibile sino ai tre anni di età. Questo accade anche con l’invecchiamento: può succedere che l’iride diventi più chiara o più scura, o che appaia una nuova sfumatura.

In alcuni casi inoltre il cambio di colore dell’iride può essere connesso con cambiamenti ormonali, come adolescenza o maternità, oppure con l’esposizione prolungata al sole.

Può poi capitare che la tinta dell’iride non cambi effettivamente, ma subisca variazioni al variare dell’intensità della luce.

Quindi, se non siete soddisfatti del colore dei vostri occhi, non desistete: pur se in un raro caso, potrebbe ancora cambiare. Oppure potete sempre optare per le lenti a contatto colorate.

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