In passato su questo blog abbiamo affrontato un disturbo oculare connesso alla quantità di luce ambientale, ossia la nictalopia, conosciuta anche come cecità diurna. A questa patologia ne è connessa un’altra che provoca esattamente il problema contrario: stiamo parlando dell’emeralopia.
L’emeralopia, conosciuta anche come cecità notturna, è un disturbo a carico della retina che rende impossibile o molto difficile la visione notturna. Chi ne è affetto ha grandi difficoltà ad adattare la visione a condizioni di luce tenue, mentre la visione diurna con luci forti o normali è completamente nella norma.
La cecità notturna può essere di due tipologie a seconda della sua origine:
Come spiegato poco sopra, l’emeralopia può rientrare in due categorie, di cui la prima ha come causa l’ereditarietà del disturbo, il quale può insorgere anche in età molto giovane e nell’infanzia. Quando parliamo invece di emeralopia acquisita, le cause sono da ricercare tra condizioni particolare e patologie, quindi possono essere anche molto varie.
La più comune in assoluto è senza dubbio la carenza di vitamina A dovuta a insufficienza alimentare oppure a difficoltà di assorbimento a livello intestinale; la vitamina A, conosciuta anche con il nome di retinolo, è fondamentale per il funzionamento dei bastoncelli, e per questo la carenza affligge proprio la visione notturna.
Alla carenza di vitamina A si aggiungono poi diverse patologie che possono provocare o accompagnarsi a cecità notturna, tra cui:
Il sintomo primario di emeralopia è ovviamente quello connesso con la cecità notturna: chi è affetto da questa patologia ha un ritardo consistente nell’adattamento alle condizioni di luce fievole e per questo ha difficoltà nella visione notturna o in situazioni con bassa concentrazione di luce. A questo sintomo possono accompagnarsi in alcuni casi mal di testa e secchezza oculare.
La diagnosi di una condizione di cecità notturna parte come sarà facile immaginare da un’anamnesi del paziente, nel quale il medico pone domande e raccoglie dati sulla condizione. Successivamente, il paziente sarà sottoposto a un elettroretinogramma, un esame che analizza le condizioni della retina accertandosi di problemi in corso.
La soluzione del disturbo è collegata alla sua tipologia: come già detto, non vi è cura ad oggi per l’emeralopia congenita, mentre quella acquisita dovrà essere risolta agendo sui fattori scatenanti.