Torniamo a parlare di sintomi diffusi che possono nascondere patologie diverse: la fotofobia è la sensibilità alla luce più o meno diretta che porta con sé tutta una serie di fastidi, il primo e più ovvio dei quali l'abbondante lacrimazione.
Fotofobia è un termine la cui etimologia rimanda al greco antico photos "luce" + phobia "paura": come ci suggerisce il senso, questa patologia è connessa con l'avversione alla luce, e può essere intesa nel doppio significato di sensibilità alle fonti luminose, quindi connessa con il sistema visivo, o di terrore della luce quando il fattore scatenante è di natura psicologica.
Oggi affronteremo la fotofobia e le sue cause connesse al sistema oculare, ergo la sensibilità estrema alle fonti luminose e all'esposizione alla luce. Questa condizione è meno rara di quel che si potrebbe pensare ed è collegata a patologie o infezioni in corso o a traumi che hanno danneggiato il sistema oculare.
La fotofobia comprende un ventaglio di diversi livelli di sensibilità agli ambienti luminosi, ma ha il fattore costante del fastidio quando in presenza di fonti luminose; perché?
Nel funzionamento dell'occhio sano, quando si è esposti a una luce forte e diretta, l'occhio riceve lo stimolo luminoso che provoca una sovrastimolazione dei fotorecettori della retina, e dunque invia un impulso bioelettrico al nervo ottico. L'occhio fotofobico ha meno resistenza ai fotoni, ergo questo normale processo provoca disagi e dolori.
Oltre all'ovvio fastidio nell'essere sottoposti a fonti di luce diretta, chi è affetto da fotofobia può riscontrare altri sintomi più o meno gravi e marcati. Tra questi:
I sintomi elencati qui sopra sono piuttosto facili da scoprire nell'individuo adulto, ma non si può dire la stessa cosa nel caso dei bambini, soprattutto se molto piccoli. La fotofobia nei bambini è una condizione che può essere connessa con diversi disturbi, ma spesso viene confusa con capricci dovuti a stanchezza o patologie più evidenti. È bene al primo sospetto prenotare una visita dal pediatra per escludere che vi siano problemi agli occhi: alcune patologie nel sistema visivo dei più piccini, per esempio l'occhio pigro, possono peggiorare sino a divenire problemi difficilmente risolvibili se non diagnosticati per tempo. I bambini possono essere sottoposti a visite oculistiche già dai 6 mesi di età ed è consigliato non rimandare l'occasione.
Le cause di un'eccessiva sensibilità alla luce possono essere molteplici e addirittura può capitare che una fotofobia temporanea appaia senza effettive patologie connesse. Esse vanno dalla forte emicrania alle infezioni e spesso la sensibilità è connessa con problemi oculari comuni quali congiuntivite, uveite e cheratite.
Tuttavia, esistono cause più gravi connesse con la fotofobia. Tra le ragioni che portano al dolore agli occhi quando esposti alla luce ci sono i postumi operatori (non è raro che interventi di chirurgia oculare richiedano una convalescenza lontana da fonti luminose dirette e che coinvolga l'uso di occhiali con lenti scure), la cataratta, il glaucoma e infine il pericoloso distacco della retina.
La sensibilità alle fonti luminose può essere dovuta inoltre all'utilizzo di farmaci, droghe e ai postumi dell'eccessiva assunzione di alcol.
Piccola curiosità: le persone con gli occhi chiari sono più sensibili alla luce e per lo stesso motivo - cioè il livello più basso di melanina - la fotofobia è spesso connessa con l'albinismo.
Esiste una cura per la sensibilità alla luce? Data la possibile e ampia differenza di patologie connesse con il sintomo fotofobia, per la sua soluzione il primo importante step è la diagnosi: comprendere e possibilmente escludere patologie gravi ad essa connesse è necessario e cruciale, così come eliminare il disturbo risolvendone il motivo alla base.
Per alleviare i fastidi dovuti all'eccessiva sensibilità alla luce, magari in caso di assunzione di farmaci, i rimedi migliori sono quello di indossare lenti scure con protezione a norma di legge contro i raggi UV o, in casi estremi, speciali lenti a contatto protesiche.